MACCHINA MURALE
A Firenze la macchina da caffè murale di Victoria Arduino.
Un oggetto unico, un brevetto centenario che diventa opera d’arte
È un caldo venerdì d’estate, il 4 agosto del 1922. Quel giorno Pier Teresio Arduino presenta, per la prima volta a nome della società La Victoria Arduino Società Anonima, la domanda di brevetto “Macchina murale per la preparazione del caffè express”.
Questa sua nuova invenzione è veramente originale: la macchina murale viene fissata alla parete del locale ed è alimentata con acqua che proviene direttamente dalla tubazione dell’acquedotto mediante la spinta di una pompa a stantuffo, azionata mediante una leva manuale. Questa macchina ha successivamente un’evoluzione tale che prevede a vista sul muro del bar, dietro al bancone, i soli gruppi portafiltro con la macchina vera e propria installata dietro la parete nel locale attiguo.
Otto anni più tardi il suo brevetto trova applicazione nella grande sala dello stadio Artemio Franchi di Firenze. A progettare la struttura sportiva una tra le figure più geniali e innovative del panorama architettonico italiano, l’ingegner Pier Luigi Nervi. Nello stadio fiorentino, Nervi realizza strutture fino ad allora assolutamente inedite e avveniristiche come la pensilina priva di sostegni intermedi e fa installare la macchina da caffè murale di Victoria Arduino, completata nel 1931 insieme alle tribune scoperte e alla sistemazione dei locali sotto il parterre dove si trova ancora oggi. Un bancone lungo più di dieci metri dove dodici gruppi a destra e altrettanti a sinistra sono in grado di preparare più di mille tazze in solo un’ora. I gruppi sono installati su una lunga e imponente parete di marmo Nero Marquiña, una pietra naturale estratta da cave spagnole e attraversata da venature irregolari di colore bianco e grigio. Perfettamente funzionante fino agli anni Novanta, la macchina da caffè murale di Victoria Arduino entra a far parte della vita quotidiana e del calendario degli avvenimenti sportivi di Firenze e continua ad essere un oggetto unico nel suo genere da ammirare dal punto di vista estetico e architettonico.
A quasi 90 anni di distanza la macchina murale di Victoria Arduino è ancora nello stadio di Firenze a dimostrare come l’ingegno e la creatività degli uomini sia in grado di superare le mode e il tempo.