IL LATTE E LE INTOLLERANZE. COME EVITARE LA CONTAMINAZIONE DELLE BEVANDE IN CASO DI USO DI DIVERSI TIPI DI LATTE.

Dalla ricerca Simonelli Group, i suggerimenti per garantire a chi per scelta o in caso di allergia o intolleranze al latte di gustare un cappuccino eccellente in totale sicurezza.

Sempre più coffee shop offrono un’ampia scelta di tipi di latte o bevande alternative (soia, mandorla, avena, ecc) per non far rinunciare al piacere del cappuccino a chi è allergico o intollerante oppure a chi per scelta di vita, come ad esempio nel caso dei vegetariani o dei vegani, non assume prodotti di origine animale. Ma come evitare la contaminazione delle bevande quando si utilizzano diversi tipi di latte in un coffee shop?

L’International Hub for Coffee Research and Innovation – hub di ricerca nato dalla collaborazione tra Simonelli Group e l’Università di Camerino – ha svolto uno studio riguardante la contaminazione che può avvenire fra i vari tipi di latte nella preparazione dei cappuccini.

La fase di sperimentazione: l’analisi della presenza di residui proteici del latte vaccino in un cappuccino di bevanda di soia, preparato con la stessa lancia vapore.

L’esperimento è stato realizzato utilizzando latte vaccino e bevanda a base di soia nella preparazione di alcuni cappuccini. In particolare si è cercato di analizzare l’eventuale presenza di residui proteici del latte vaccino in un cappuccino di bevanda di soia, preparato con la stessa lancia vapore e successivamente a quelli realizzati con latte vaccino.

Utilizzando una macchina per caffè espresso, i ricercatori hanno effettuato una serie di test cercando di replicare le condizioni più frequenti che possono verificarsi in un coffee shop.

È stato utilizzato un procedimento chiamato Western Blot, metodica biochimica utile a individuare una proteina in un dato campione. Nello specifico, come riferimento per la contaminazione è stata presa in esame la lattoglobulina, una proteina di siero di latte presente nel latte vaccino e assente nella bevanda a base di soia.

Dopo vari test, utilizzando un panno pulito o carta usa e getta e un bricco separato si è notato che la lancia può presentare una piccola contaminazione in relazione alla modalità di pulizia della lancia stessa da parte del barista e al tempo di purge della lancia.

I risultati della ricerca: la pulizia accurata è la soluzione per evitare anche la minima contaminazione

Dalla ricerca è emerso che la contaminazione può avvenire molto facilmente. È necessario, pertanto, procedere sempre con una pulizia molto accurata quando si prepara un cappuccino con un altro tipo di latte. Il metodo di pulizia ritenuto più efficace, e quindi in grado di eliminare qualsiasi rischio di contaminazione, consiste nel pulire la lancia vapore con acqua bollente e asciugare poi ogni volta con la carta pulita. Ovviamente vanno usati bricchi diversi e dedicati ai vari tipi di latte e tenuti separati.

In sintesi, il semplice passaggio di un panno umido pulito, sulla lancia non assicura l’eliminazione completa della contaminazione, anche se la riduce notevolmente, rendendola compatibile nel caso di semplice intolleranza da parte del cliente. Nel caso invece di allergia del cliente, il suggerimento è quello di dedicare una lancia per ogni tipo di latte, oppure di lavare bene la lancia vapore con acqua bollente e utilizzare poi un panno pulito o della carta per asciugarla prima del suo utilizzo, questo insieme a bricchi separati e dedicati ad ogni tipo di latte e di bevanda.

LO SVILUPPO DEI COFFEE BLEND: PERCHÉ STANNO CRESCENDO DI POPOLARITÀ?

Fino a poco tempo fa, il caffè monorigine o da micro-lotto veniva preferito alle miscele di caffè. Ora i blend stanno tornando di moda – e questa è una buona notizia sia per i consumatori che per i coffee shop.

Perché la miscela è nuovamente una tendenza?

I torrefattori del settore specialty hanno sempre creato miscele: pionieri come Stumptown e Blue Bottle hanno realizzato miscele originali sin dal loro inizio, mentre anche i torrefattori più piccoli come Square Mile e Heart, hanno sempre una miscela stagionale a disposizione per il cliente.
La visione dei torrefattori e coffee shop riguardo le miscele di caffè sta cambiando, e viene confermato il fatto che la qualità non è inferiore rispetto alle singole origini, ma al contrario, offrono numerosi vantaggi e benefici.
Queste miscele dovrebbero essere di qualità superiore dei singoli caffè utilizzati per preparale. Utilizzando un caffè singolo di bassa qualità per creare una miscela, alzerebbe di poco la qualità del blend creato. Invece, utilizzando un caffè singolo di buona qualità, si ottiene un ottimo caffè equilibrato e armonico.
Grazie alle miscele, si riesce ad ottenere un caffè davvero bilanciato. Con il mix di diversi tipi di origini, si può riuscire ad incorporare diverse caratteristiche, ad esempio, l’alta acidità di un Kenya, oppure la dolcezza floreale di un Etiopia insieme al corpo più denso di un Colombiano abbinato alla dolcezza di un caffè Messicano. In questo modo, le singole origini si bilanciano e si ottimizzano a vicenda.
La qualità del caffè specialty e miscele aumenta di giorno in giorno, ed è grazie alla maggiore domanda dei consumatori e delle tecnologie innovative che spingono a tutta l’industria del caffè ad evolversi.
Ma questo non è l’unico beneficio.

I vantaggi delle miscele

1. Accessibilità e stabilità finanziaria

Le miscele sono generalmente più accessibili delle singole origini. Le singole origini e micro-lotti rappresentano una qualità eccezionale, ma ulteriori sfide logistiche, ad esempio mantenere separati i chicchi, tenere traccia dell’origine, e qualche sperimentazione durante la produzione, fanno incrementare il prezzo.

2. Disponibilità costante

Singole origini sono disponibili solo pochi mesi l’anno, mentre un blend è continuamente disponibile. Anche se alcune origini di caffè possono variare, la maggior parte dei torrefattori riescono gradualmente a sostituirle con delle origini similari in modo tale da non compromettere la costanza. Altri torrefattori ottimizzano la consistenza delle miscele durante tutto l’anno, includendo origini con due stagioni di raccolta.

3. Incremento di fidelizzazione dei clienti

Molti coffee shop offrono una vasta gamma di monorigine, caffè lavati e processati, dal Colombiano a quello dell’Etiopia, molto meno sono i caffè che offrono un house blend dove il coffee lover può avventurarsi, tornando ogni qual volta vuole assaggiare quel blend disponibile solo da te. I Blend riescono a trasformare il piacere di un particolare gusto, in un legame di fiducia con il cliente, e magari, facendolo tornare ogni giorno per gustarsi proprio quella unica miscela di caffè.

Suggerimenti per la commercializzazione e marketing delle miscele di caffè specialty

  1. Acquista da un torrefattore professionale che è in grado di abbinare il livello di solubilità di ciascuna origine in modo da estrarre i diversi caffè alla stessa velocità.
  2. Promuovi i tuoi blend specialty per espresso e bevande a base di latte. Le singole origini hanno spesso uno corpo più leggero e sono più acide delle miscele, per questo non sono la prima scelta per ottenere una crema densa di latte (o latte alternativo).
  3. Dai un nome alle tue miscele così da rinvigorire i clienti abituali.
  4. Le miscele stagionali possono soddisfare le esigenze di un caffè dal gusto tradizionale.
  5. Trasparenza su ogni origine di cui si compone la miscela è fondamentale per attirare la nuova generazione di clienti che apprezzano molto di più il tema sostenibilità.

A LONDRA LA NUOVA FILIALE VICTORIA ARDUINO.

A partire dal mese di maggio Londra, la città che segna e anticipa i trend dello specialty coffee, ospita la filiale inglese di Victoria Arduino. Paese trendsetter e punto di riferimento per il business del caffè, questi i motivi che hanno portato l’azienda proprietaria del marchio, a scegliere Londra come nuovo presidio diretto attraverso l’acquisizione dello storico partner VA Machinery, che in questi anni ha contribuito molto alla crescita del brand e alla diffusione delle sue macchine da caffè.

Victoria Arduino sarà così ancora più vicina a uno dei mercati più importanti del caffè specialty. Uno spazio che diventa punto di riferimento del brand in tutta l’Inghilterra, un luogo pronto ad ascoltare, a vivere, a guidare e a farsi ispirare dai trend, dalle novità che una città poliedrica e all’avanguardia come Londra può offrire.

L’esperienza Victoria Arduino è a vostra disposizione in tutti i coffeeshop in cui trovare le nostre macchine pronte a preparare per voi bevande perfette e a 36 Tanner St, Bermondsey, London SE1 3LD.

EAGLE ONE. NUOVE CUSTOMIZZAZIONI ROCK GRAY E WOOD

Nuove soluzioni di personalizzazione per raccontare il barista, per rappresentare i suoi valori e il design del coffee shop.

Eagle One non si ferma ed è sempre pronta ad adattarsi alla personalità del barista e del suo locale. Nascono così due nuove personalizzazioni del pannello retro che la caratterizzano ancora di più con materiali sostenibili e contemporanei. Si tratta dei nuovi pannelli retro Rock Gray e Wood.

Eagle One Rock Gray

Nella customizzazione RockGray i concetti di durezza e freddezza tipici della pietra, vengono declinati nel back panel in morbidezza e plasmabilità con l’aggiunta di una particolare lavorazione che offre un piacevole effetto soft touch.

Eagle One Wood

Protagonista anche nelle nuove tendenze della bioarchitettura e della bioedilizia assieme ad altri materiali, il backpanel in legno rappresenta, invece, naturalezza e semplicità. Si tratta di uno dei materiali che oggi meglio possono trasferire un’identità ben precisa a ogni locale.

I am One. Come la macchina riflette la personalità del barista e del locale.

È così che la macchina contribuisce a riflettere la personalità del barista e del suo locale. Del resto Eagle One è stata ideata proprio per consentire la personalizzazione e per adattarsi a diversi tipi di ambienti, da quelli più classici a quelli più glamour e pop. È la macchina da caffè che nasce per rispondere alle esigenze della nuova generazione di coffee shop in cui design, performance e sostenibilità costituiscono l’asset principale per regalare a chi vive il locale una esperienza memorabile.

SFIDA SUI SOCIAL TRA ESPERTI DI CAFFÈ

Dario Ciarlantini e Andrea Cremone si sono sfidati in una gara di bravura e creatività sul profilo Instagram di Victoria Arduino. Chi saranno i prossimi sfidanti?

Victoria Arduino ha lanciato una Insta-challenge ad alcuni nomi importanti dell’industria del caffè. Obbligati, tutti, alla quarantena causa Covid-19, Victoria Arduino ha proposto ad alcuni coffee-specialists di cimentarsi in una sfida con vari livelli di difficoltà per dimostrare che anche a casa possiamo tutti preparare non solo un’ottima bevanda a base di latte e di caffè, ma anche dare sfogo a tutta la nostra creatività.Ecco le sfide proposte da Victoria Arduino:

  • sfida #1LATTE ART: preparare il miglior latte art possibile
  • sfida #2 MACINARE A CASA: estrarre un caffè partendo dai chicchi, senza utilizzare un macinino, né elettrico né manuale
  • sfida #3 DOLCE FATTO IN CASA: preparare un dolce a base di caffè (da questa sfida è escluso il tipico dolce a base di caffè: il tiramisù)
  • sida #4 DISEGNARE COL CAFFÈ: il più bel disegno fatto con il caffè in grani o macinato, condizione obbligatoria da poterlo riutilizzare.

Per seguire le challenge dei vari protagonisti, ti invitiamo a seguire il profilo Instagram di Victoria Arduino, a inviare i tuoi commenti e nuove proposte di challenge.

TUTORIAL. COME SPEGNERE E POI RIATTIVARE LA MACCHINA DA CAFFÈ PRIMA E DOPO LA CHIUSURA FORZATA CAUSA COVID-19?

“A seguito dell’emergenza sanitaria da covid-19 ho dovuto chiudere temporaneamente il mio locale. Vorrei essere sicuro che alla riapertura funzioni tutto correttamente. Avete delle indicazioni da darmi per spegnere e poi riattivare la mia macchina da caffè e i macinini?” Questo è il messaggio che Victoria Arduino ha ricevuto ieri da un nostro barista che, come tanti altri, è stato costretto a chiudere il proprio locale per contribuire alla lotta contro il coronavirus. Victoria Arduino ha così deciso di condividere con tutti voi le indicazioni per la corretta manutenzione della macchina alla chiusura e alla riapertura del locale. Perché una macchina pulita e ben manutenuta garantisce ottime performance, una qualità eccellente e dura più a lungo!Ecco cosa consiglia di fare Victoria Arduino per il temporaneo shut down delle macchine e dei macinini:

  • Eseguire il back flush completo;
  • Procedere al ciclo di lavaggio completo dei gruppi con detergente e pulire accuratamente le doccette, le lance vapore e le relative guarnizioni;
  • Versare abbondante acqua calda e detergente nella vaschetta di scarico per pulire il tubo di scarico;
  • Svuotare la campana caffè e macinare il caffè rimasto all’interno fino a quando il macinino non è completamente vuoto;
  • Spegnere l’alimentazione. Sul lato destro sotto la macchina e al muro;
  • Chiudere il rubinetto principale dell’acqua che collega l’acqua alla macchina.

In fase di riapertura del tuo coffee shop, le operazioni di riavvio della macchina prevedono:

  • Accendere la macchina;
  • Fare un lungo purge a tutti i gruppi (1 litro di acqua per ogni gruppo);
  • Estrarre acqua calda dalla medesima lancia (non appena la macchina è accesa e ha raggiunto 1.2 bar). Si tratta di un’operazione utile per rinnovare l’acqua nella caldaia principale con acqua fresca. Sono sufficienti circa 4-5 litri per le macchine da caffè in versione 2 gruppi e 6-7 litri per le 3 gruppi.

Non vediamo l’ora di rivedere tutti i vostri coffee shop aperti e di assaggiare il vostro menù!

VIDEOTUTORIAL: COME PULIRE E SOSTITUIRE IL CLUMP CRUSHER DI MYTHOS 2

Come mantenere pulito il Mythos 2 ogni giorno?
Come sostituire o pulire il clump crusher?

I baristi sanno bene che la pulizia quotidiana del proprio macinino è un investimento in qualità. Si, perché un macinino pulito significa un ottimo caffè. Proprio per garantire la qualità in tazza, Victoria Arduino ha preparato una serie di tutorial per offrire ai baristi degli utili consigli su alcuni argomenti come la pulizia del macinino e la sostituzione del clump crusher.

Andrea Cremone, AST trainer, mostra tutte le operazioni da fare in pochissimo tempo in modo semplice e evitando sprechi. Nel video “How to clean a Mythos 2 coffee grinder”, Andrea spiega, step by step, tutte le operazioni che un barista professionista deve fare per la routine di pulizia. Un macinino pulito, infatti, contribuisce a un’ottima esperienza di caffè e garantisce al tuo Mythos 2 una vita più lunga.

Da quando è stato inserito nella prima serie Mythos, il clump crusher è una soluzione a cui nessun barista vuole rinunciare in quanto permette di eliminare l’effetto di elettricità statica del caffè macinato, mantenendo il flusso continuo di caffè e riduce i residui. La corretta manutenzione del clump crusher è quindi fondamentale per una macinatura perfetta. Così in “How to remove and install Mythos 2 clump crusher”, Andrea Cremone spiega come rimuovere e pulire il clump crusher, fornendo tutti i trucchi del mestiere per un perfetto rimontaggio.

How to clean a Mythos 2 coffee grinder

How to remove and install Mythos 2 clump crusher

CAPPUCCINO E FLAT WHITE. COME MANTENERE LE QUALITÀ ORGANOLETTICHE DEL LATTE?

Proteine, fosfolipidi e una temperatura di circa 60°C. La ricetta perfetta per bevande a base di latte belle da vedere e dalle alte qualità nutrizionali.

Ti sei mai chiesto se il latte che prepari ogni giorno per i tuoi cappuccini e flat white mantiene il più possibile inalterate le sue qualità nutrizionali ed organolettiche? È possibile ottenere il bilanciamento perfetto tra un prodotto bello da vedere e in grado di mantenere tutte le sue qualità nutrizionali?
A questa domanda hanno cercato di dare risposta i ricercatori dell’Università di Camerino attraverso un progetto di ricerca avviato in collaborazione con Simonelli Group, azienda proprietaria del marchio Victoria Arduino.

Lo studio ha valutato la qualità nutrizionale di diverse tipologie di latte e di cappuccini preparati dalle macchine per espresso in condizioni differenti di temperatura e di vapore iniettato, al fine di trovare le condizioni ottimali per la produzione di cappuccini e di bevande a base di latte (Latte, Flat white) di alta qualità. “Nei cappuccini e nei Flat white abbiamo analizzato sia il latte che la schiuma, e i valori sono stati confrontati con quelli ottenuti dallo stesso lotto di latte prima della preparazione del cappuccino” – spiega la professoressa Silvia Vincenzetti, coordinatrice dell’équipe di ricercatori universitari che seguono il progetto.

La variabile iniezione del vapore

Il Latte (caffellatte) e il Flat white richiedono una crema diversa rispetto al cappuccino con bolle più piccole e con una crema finale più liquida che richiede una iniezione di aria e vapore molto più sottile, dando origine ad uno spessore finale in tazza di alcuni millimetri. Nel cappuccino classico, invece, la schiuma deve essere compatta e cremosa, con tessitura fine e superficie lucida dello spessore di circa 1 cm. “La crema del cappuccino – spiega la professoressa Vincenzetti – è una dispersione colloidale di un gas in un liquido. Il liquido è il latte usato per il cappuccino, mentre il gas è costituito dall’aria e dal vapore acqueo usati per montare il latte. Le goccioline di aria possono formare una dispersione colloidale nel latte grazie alla presenza in esso di surfattanti, che nel latte sono rappresentati dalle proteine ed i fosfolipidi. La stabilità della schiuma dipende dalla concentrazione relativa di surfattanti. Più essa è elevata, più la schiuma è stabile, in quanto le goccioline di gas sono piccole e ben separate tra loro”.

La variabile temperatura

Un altro aspetto importante è la temperatura. “La temperatura per la montatura del latte non dovrebbe superare mai i 70°C, altrimenti – spiega la docente – il latte assume un sapore di ‘cotto’ a causa della ‘caramellizzazione’ del lattosio, e le proteine presenti nel latte subiscono un processo di denaturazione. Le proteine denaturate finiscono con legarsi all’acido tannico presente nell’espresso formando il ‘tannato di caseina’, un composto che diventa difficile da digerire. La temperatura ottimale dovrebbe essere di circa 60°C in quanto è proprio a questa temperatura che il lattosio esprime al meglio la propria dolcezza”.

MACCHINA MURALE

A Firenze la macchina da caffè murale di Victoria Arduino.
Un oggetto unico, un brevetto centenario che diventa opera d’arte

È un caldo venerdì d’estate, il 4 agosto del 1922. Quel giorno Pier Teresio Arduino presenta, per la prima volta a nome della società La Victoria Arduino Società Anonima, la domanda di brevetto “Macchina murale per la preparazione del caffè express”.

Questa sua nuova invenzione è veramente originale: la macchina murale viene fissata alla parete del locale ed è alimentata con acqua che proviene direttamente dalla tubazione dell’acquedotto mediante la spinta di una pompa a stantuffo, azionata mediante una leva manuale. Questa macchina ha successivamente un’evoluzione tale che prevede a vista sul muro del bar, dietro al bancone, i soli gruppi portafiltro con la macchina vera e propria installata dietro la parete nel locale attiguo.

Otto anni più tardi il suo brevetto trova applicazione nella grande sala dello stadio Artemio Franchi di Firenze. A progettare la struttura sportiva una tra le figure più geniali e innovative del panorama architettonico italiano, l’ingegner Pier Luigi Nervi. Nello stadio fiorentino, Nervi realizza strutture fino ad allora assolutamente inedite e avveniristiche come la pensilina priva di sostegni intermedi e fa installare la macchina da caffè murale di Victoria Arduino, completata nel 1931 insieme alle tribune scoperte e alla sistemazione dei locali sotto il parterre dove si trova ancora oggi. Un bancone lungo più di dieci metri dove dodici gruppi a destra e altrettanti a sinistra sono in grado di preparare più di mille tazze in solo un’ora. I gruppi sono installati su una lunga e imponente parete di marmo Nero Marquiña, una pietra naturale estratta da cave spagnole e attraversata da venature irregolari di colore bianco e grigio. Perfettamente funzionante fino agli anni Novanta, la macchina da caffè murale di Victoria Arduino entra a far parte della vita quotidiana e del calendario degli avvenimenti sportivi di Firenze e continua ad essere un oggetto unico nel suo genere da ammirare dal punto di vista estetico e architettonico.

A quasi 90 anni di distanza la macchina murale di Victoria Arduino è ancora nello stadio di Firenze a dimostrare come l’ingegno e la creatività degli uomini sia in grado di superare le mode e il tempo.

LA SCUOLA DEL CAFFÈ

UN AMBIZIOSO PROGETTO DI DITTA ARTIGIANALE E VICTORIA ARDUINO PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLO SPECIALTY COFFEE IN ITALIA

È Victoria Arduino il partner di macchine per caffè espresso scelto da Ditta Artigianale per l’ambizioso progetto della Scuola del Caffè, presentato martedì a Firenze. Nata da un’idea di Francesco Sanapo e Patrick Hoffer, fondatori di Ditta Artigianale, la Scuola del Caffè sarà una realtà unica dedicata alla diffusione della cultura di eccellenza del caffè, oltre che alla formazione per i professionisti e luogo di incontro per ogni coffee lover.

La sede scelta è l’ex monastero di Sant’Ambrogio nel cuore di Firenze, un complesso di origine medioevale situato in via Carducci 2 che sarà sede sia della Scuola del Caffè che della caffetteria. La scuola, che parte dalla necessità di creare un luogo di dialogo internazionale nel settore, vuole essere un punto di riferimento per baristi, tostatori, assaggiatori e appassionati “coffee lover”; si impegnerà nel portare una crescita in termini di sostenibilità, innovazione e conoscenza, coniugando il sapere di esperti del mondo del caffè con lo sviluppo delle tecniche più all’avanguardia: un concept unico, dinamico e innovativo, capace di raccontare e fare conoscere l’eccellenza del mondo del caffè in maniera attuale e a più livelli di approfondimento.

“I grandi nomi del Rinascimento italiano, come Leonardo, avevano la grande capacità di saper coniugare l’aspetto scientifico e quello più umano. Allo stesso modo oggi per far crescere la cultura del caffè è più che mai necessario unire il know-how tecnico a quello di competenza. Questa – spiega Fabio Ceccarani, CEO di Simonelli Group (proprietario del marchio Victoria Arduino) – è la grande forza e l’unicità della collaborazione tra Ditta Artigianale e Simonelli Group perché, coniugando la loro grande conoscenza ed esperienza sul caffè con tutto il nostro know-how tecnico e scientifico, siamo in grado di offrire una formazione applicata.”

Firenze è quindi il luogo ideale per l’avvio di questo ambizioso progetto che ha l’obiettivo di dar vita al Rinascimento dello specialty coffee in Italia. “La partecipazione di Victoria Arduino alla Scuola del Caffè – ha dichiarato Marco Feliziani, Vice Presidente e Direttore Commerciale di Simonelli Group – è anche un omaggio alla stessa città di Firenze. “È un piacere tornare in questa bellissima città e offrirle, a distanza di quasi 100 anni, un nuovo grande progetto “Negli anni Trenta è stata installata nello Stadio storico della Fiorentina una speciale macchina da caffè Victoria Arduino: una macchina murale con 24 gruppi erogatori, una vera opera d’arte dal punto di vista architettonico e tecnologico. Oggi omaggiamo Firenze con l’importante accordo con Ditta Artigianale per dare nuovamente il nostro contributo alla crescita della cultura del caffè in Italia.”

LA SCUOLA DEL CAFFÈ IN UN MONASTERO DI ORIGINE MEDIEVALE

La Scuola del Caffè è la prima in Europa ospitata all’interno di una caffetteria aperta al pubblico. La sua sede è in un luogo molto suggestivo: l’ex monastero di Sant’Ambrogio, un complesso di origine medievale situato in via Carducci 2 nel cuore di Firenze. In particolare, l’ex refettorio del convento, che si affaccia sul chiostro, sarà la sede della Scuola del Caffè, mentre i locali che si affacciano su via Carducci saranno il cuore della caffetteria Ditta Artigianale. La scuola, che parte dalla necessità di creare un luogo di dialogo internazionale nel settore, vuole essere un punto di riferimento per baristi, tostatori, assaggiatori e appassionati “coffee lover”; si impegnerà nel portare una crescita in termini di sostenibilità, innovazione e conoscenza, coniugando il sapere di esperti del mondo del caffè con lo sviluppo delle tecniche più all’avanguardia: un concept unico, dinamico e innovativo, capace di raccontare e fare conoscere l’eccellenza del mondo del caffè in maniera attuale e a più livelli di approfondimento. Da giugno 2020 sarà disponibile il calendario dei corsi, mentre l’anno accademico prenderà il via a gennaio 2021.

La storia del monastero, dalla comunità per prostitute al laboratorio di restauro del libro

Il complesso dell’ex-monastero, detto “complesso della Pia Casa di Rifugio di Sant’Ambrogio”, ha origini antichissime essendo in stretta relazione con il complesso di Sant’Ambrogio, le cui costruzione risale al V o VI dopo Cristo. Alla fine del XVIII secolo il monastero divenne un’istituzione laica per educare giovani donne. L’educandato poco dopo fu soppresso a seguito degli ordinamenti francesi del 1808 e l’intero convento venne destinato a case d’affitto di utilità pubblica. Tuttavia nel 1815 i diritti sulla proprietà furono ceduti alle monache domenicane della Pietà di via Giusti. L’anno successivo l’amministrazione dei beni ecclesiastici destinò i locali a una comunità laica di prostitute “in via di redenzione”. Nel 1835 la Pia Casa fu trasformata in ente morale, che continuò ad occuparsi del recupero delle giovani, godendo di un lungo periodo di benessere economico, interrotto solo durante la prima guerra mondiale quando lo stabile fu requisito per usi militari. In seguito parte dello stabile fu venduto alla Società degli Asili infantili e poi demolito in occasione del rinnovamento urbanistico della zona, secondo il piano regolatore interno della città redatto da Luigi Del Sarto. L’alluvione del 1966 arrecò gravi danni all’immobile ed evidenziò le carenze insite nella struttura. Nel 1976 l’Opera Pia passò sotto la competenza amministrativa del Comune, nel 1979 gli ambienti in esubero furono affittati alla Biblioteca Nazionale. Nel 1991 gran parte dei locali dell’ex monastero furono acquistati dal Ministero dei Beni Culturali per alloggiarvi i Laboratori di restauro del libro. Infine nel 2010 il complesso è confluito nell’Azienda di Servizi alla Persona Firenze Montedomini.
[Fonte: Francesca Carrara, Ludovica Sebregondi, Pia Casa Rifugio di Sant’Ambrogio]