e1-prima-app

Scopri l’app di E1 Prima

Ė la prima macchina del caffè digitale di Victoria Arduino.

Ovunque tu sia, puoi controllare le sue performance, le tue ricette, scoprire quelle dei migliori baristi al mondo con un semplice tocco. È l’app Victoria Arduino E1, l’applicazione che migliora e rende semplice e coinvolgente l’utilizzo della tua E1 Prima.

L’app di E1 Prima consente di ottimizzarne le prestazioni e l’utilizzo della tua macchina. Dall’app Victoria Arduino E1, infatti, è possibile impostare temperatura e tempo di estrazione così come programmare vapore e acqua calda, verificare le performance della macchina e impostare il risparmio energetico. Tutte le funzioni di una macchina professionale a portata di mano con un’app semplice e intuitiva.

Una macchina digitale con tutti i benefici dell’innovazione digitale. Attraverso l’app, infatti, è possibile creare le proprie ricette così come definire la propria espresso card e condividerle direttamente sull’app o tramite altre applicazioni come WhatsApp. È possibile anche impostare sulla macchina le ricette proposte e condivise dalla propria roastery di fiducia o dal barista di riferimento. L’app, infatti, è anche uno strumento di condivisione delle ricette nella sezione ‘Cloud recipe’ dell’App Victoria Arduino E1. Nella sezione, infatti, puoi condividere le tue ricette, ma anche impostare sulla tua E1 Prima quelle proposte dal tuo torrefattore preferito, oppure da un tuo collega barista, oppure ancora quelle suggerite dai grandi nomi del caffè come Dale Harris, André Eiermann e tanti altri ancora. Avrai così uno strumento che riduce le distanze e ti fa sentire vicino a tutta la coffee community.

Scarica subito l’app Victoria Arduino E1 su Apple store e Google Play

e1 prima app video

Come la tecnologia aiuta con i caffè freschi

Il caffè tostato deve mantenersi “giovane” per poter esprimere tutti i suoi aromi. Allo stesso tempo l’eccessiva freschezza, cioè il troppo poco tempo trascorso tra la tostatura e l’utilizzo diventa un problema che i baristi – soprattutto i più esperti – conoscono bene.

Per comprendere meglio cosa avviene nel chicco di caffè occorre fare una breve premessa. Tutti i prodotti alimentari subiscono nel tempo una alterazione naturale e tale processo può risultare accelerato o rallentato dalla temperatura, dall’umidità e da altre condizioni ambientali. Il chicco di caffè è sicuramente il seme che più di ogni altro subisce una serie di trattamenti (tostatura, macinatura, estrazione) indispensabili a trasformare la sua composizione solida in una bevanda. La sfida nasce proprio dal fatto che occorre mantenere il più possibile intatte le proprietà organolettiche nella bevanda, cioè in quella fase finale che coincide con il momento del consumo. Chi ama bere caffè espresso desidera giustamente godere, con l’olfatto, la vista e il gusto, di tutte quelle emozioni, più o meno intense, che derivano dalle caratteristiche fisiche e chimiche del chicco in origine.

Come deve essere allora il pacco di caffè che viene aperto per essere macinato?

Sicuramente il caffè non deve essere “invecchiato” perché col tempo il caffè tostato perde gli aromi e si ossida, sprigionando gli olii rancidi e le sostanze negative. Ma non deve essere neanche troppo fresco. Se il caffè è stato tostato da pochissimo tempo, infatti, l’espresso in tazzina non avrà in superficie la caratteristica crema, ma piuttosto qualcosa che è più simile ad una schiuma. La bevanda non avrà la dovuta morbidezza, ma risulterà piuttosto pungente e a livello aromatico le note della troppo recente tostatura risulteranno particolarmente marcate.

Questi effetti negativi sono del tutto naturali in un caffè appena tostato o tostato da troppi pochi giorni. La tostatura, infatti, provoca all’interno della struttura molecolare del chicco di caffè una reazione chimica che sviluppa molta anidride carbonica (CO2), la quale non cancella le proprietà del caffè, ma ne altera la percezione. Anche la crema si trasforma in schiuma a causa della eccessiva presenza gassosa. Ecco perché è indispensabile che il caffè appena tostato sia lasciato a “degasare”.

I risultati della ricerca

È sempre opportuno che il barista conosca la data della tostatura e quella del confezionamento del prodotto per potersi regolare in base alla propria professionalità ed esperienza, perché se il periodo di “degasatura” è stato eccessivamente lungo ed anche il confezionamento è ormai troppo remoto, il caffè non avrà perso solamente l’anidride carbonica in eccesso, ma anche le sostanze aromatiche. Lo ha dimostrato molto bene, attraverso studi e test di laboratorio, il professor Chahan Yeretzian, uno dei massimi esperti mondiali nel settore del caffè, che nei suoi esperimenti all’università di Zhaw (Svizzera) ha verificato i diversi risultati in tazza dal punto di vista chimico ottenuti con una varietà di caffè dopo un mese dalla tostatura e dopo un anno.

Mentre nel caffè filtro il problema del caffè troppo fresco è in gran parte trascurabile, poiché l’anidride carbonica in eccesso si disperde subito nell’aria, nell’espresso tale dispersione non avviene e l’acqua calda a 9 bar di pressione esercitata sul pannello di caffè trasferisce nel liquido in tazza tutto il CO2 presente, provocando la schiuma e gli altri difetti propri di un caffè non adeguatamente “degasato” dopo la tostatura.

La tecnologia per eliminare la CO2 in eccesso

Con il trascorrere del tempo, oltre al CO2, il caffè perde anche le sostanze aromatiche. La funzione di Pre-Wetting aiuta a ridurre la CO2 in eccesso senza eliminare gli aromi. Ciò avviene nella fase pre-bagnatura; è questo il momento in cui il caffè che non ha ancora raggiunto il punto di ideale “degasatura” viene “spurgato”.

La funzione, azionabile attraverso il display della macchina, permette al barista di determinare il tempo di contatto del pannello di caffè con l’ambiente esterno e, di conseguenza, anche la quantità di CO2 da “spurgare”.

Per ogni caffè c’è un “incrocio ideale” tra il tempo trascorso dalla tostatura e la scadenza massima del prodotto, ma non sempre si è nella condizione di consumare tutto il caffè nel momento temporale ottimale. Con la funzione Pre-Wetting, che è presente al momento nei modelli VA388 Black Eagle e VA358 White Eagle di Victoria Arduino, il barista ha così più tempo per consumare il caffè, sfruttando al massimo le proprietà organolettiche.

 

Sei pronto a giocare? Crea la tua Eagle One

Segui Victoria Arduino su Instagram e Facebook, martedì 23 giugno pubblicheremo diverse stories dove potrai divertirti a personalizzare virtualmente la tua Eagle One con i colori, testi e gifs e disegni a mano libera che preferisci. Fai uno screenshot della macchina Eagle One, personalizzala e condividila nelle tue stories taggando @victoriaarduino1905.

Non si tratta di un contest, ma di un’attività che ha l’obiettivo di mettere in mostra l’unicità di tante persone e professionisti. Victoria Arduino ha scelto di mettere al centro dell’attenzione la passione, l’unicità, la personalità di chi utilizzerà Eagle One “#IAmOne”.

COME COMPRENDERE IL MERCATO CINESE DEL CAFFÈ

La Cina, la più grande economia mondiale per potere d’acquisto, è famosa per l’importante consumo di tè, ma anche la scelta di caffè è in aumento.

Mentre l’industria cinese del caffè potrebbe essere ancora giovane, sicuramente non mancano le innovazioni e non è seconda ai mercati occidentali e australiani-asiatici. Dai prezzi record delle aste, alle app rivolte ai consumatori, la Cina sta trasformando la cultura del caffè.

Perché il mercato del caffè cinese sta crescendo velocemente?

Il caffè in Cina è stato sempre visto come un simbolo di rango sociale. Negli anni Ottanta, il caffè era un prodotto da importazione, raro, e altamente apprezzato e valutato.

Fu alla fine degli anni ’90, quando il primo negozio cinese Starbucks aprì a Pechino, che il consumo di caffè iniziò gradualmente a diventare mainstream. Le importazioni di caffè iniziarono ad aumentare, con chicchi di caffè e caffè macinato importati in quantità maggiore di quello solubile. I consumatori cinesi miravano a creare il “cafè experience” più che il consumo vero e proprio della caffeina.

Il consumo di caffè è ancora relativamente basso rispetto agli Stati Uniti e all’Europa: nelle aree urbane, i consumatori bevono in media cinque tazze di caffè pro capite. Tuttavia, questo tasso aumenta annualmente del 30%.

Le catene della seconda ondata hanno una forte presenza sul mercato. Nel 2019, c’erano 3,300 store Starbucks in tutto il paese, con l’obiettivo di raddoppiare questo numero nei prossimi cinque anni. La compagnia cinese Luckin Coffee ha aperto 525 negozi in tutta Cina solo dopo nove mesi dal lancio. Anche KFC, la catena di ristoranti più grande della Cina, serve 100% caffè Arabico.

Anche la Third Wave del caffè, con una lenta ma passionale andatura, fa parte della trasformazione culturale. I coffee farmer in Yunnan stanno sviluppando il mercato del caffè specialty.

Gli studenti cinesi sono i primi consumatori di caffè. I tassi di consumo sono aumentati più rapidamente nelle grandi città come Shanghai e Guangzhou, proprio perché i giovani professionisti ritornano dagli studi all’estero con la nuova abitudine di bere il caffè al bar.

Oggi, il 75% dei consumatori cinesi di caffè fanno parte della classe media. Sono tipicamente millennial facoltosi o imprenditori con redditi alti che possono spendere in prodotti premium come il caffè.

In che modo l’industria cinese del caffè influenza i prezzi

Oggi, il caffè è diventato di uso comune in Cina rispetto agli anni ’80, ma rimane invariata la sua associazione a un prodotto di alto valore.

Nelle aste di caffè verde, i torrefattori cinesi sono totalmente disposti a pagare di più per chilo per un lotto di qualità elevata. Nel 2017 nelle aste Best of Panama e Cup of Excellence, 37 dei 51 lotti in vendita sono stati acquistati dai torrefattori dell’Asia orientale.

Al Best of Panama Show del 2018, una geisha di Elida Estate costava 803$ usd, e all’epoca questo era un prezzo da record. La maggior parte di questi caffè sono stati acquistati da torrefattori cinesi, giapponesi e taiwanesi.

È proprio grazie alla spinta e status symbol del mercato Asiatico-orientale per il caffè specialty, che la compagnia Statunitense Katch Coffee ha potuto rivendere una tazza del Geisha Elida comprata, ad un prezzo elevato di 75$ a tazza.

App di caffè e la trasformazione della consumer experience

Il mondo ha rivisto i metodi di pagamento dopo il Covid-19, quando già da diversi anni la Cina utilizza la modalità APP per le transazioni.

Il 70% dei clienti Starbucks in Cina ordina tramite la loro APP, mentre Luckin Coffee rifiuta i contanti e consente ai consumatori di ordinare e pagare esclusivamente con WeChat, la più grande applicazione di social network cinese, oppure utilizzando il “coffee wallet” formulato solo per la loro catena.

I servizi di consegna a domicilio sono comunemente usati in Cina: a Pechino si registrano circa 1.8 milioni di consegne ogni giorno. Molte transazioni di Luckin Coffee sono fatte per la consegna a domicilio, oppure per il servizio pick-up, dove lo shop manda un messaggio direttamente al consumatore quando è pronta la bevanda.

Il mondo sta appena iniziando a vedere come COVID-19 influenzerà il settore del caffè. La Cina ha sicuramente un vantaggio grazie alle tecnologie già adottate, il servizio “contactless” e l’efficiente assistenza clienti.

Mentre il settore specialty cinese è in piena crescita, la Cina ha un immenso potenziale per influenzare l’industria mondiale del caffè.

Text author: Perfect Daily Grind Editorial Team
Sources:

Pictures: Designed by pressfoto / Freepik

IL MACININO MYTHOS. COME IL DESIGN E IL MATERIALE DELLE MACINE CONTRIBUISCONO A MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLE TUE BEVANDE

Tre trattamenti delle macine diversi per migliorare la qualità della macinatura, le performance e la longevità del tuo macinino

Non tutte le macine sono uguali. Il design della macina e la composizione del materiale, ad esempio, possono influenzare molto la macinatura. Per garantire una qualità consistente, l’efficienza del macinino e la sua durata nel tempo è importante saper scegliere le macine originali. Vi spieghiamo il perché.

Scegliere le macine giuste

La progettazione delle macine è una operazione molto complessa, che deve tener conto del principio di macinatura, del tipo di motore installato, del tipo di materiale utilizzato, dei trattamenti superficiali, del diametro delle macine e della produttività desiderata.
A parità di diametro e di velocità del motore, si possono avere produttività orarie diverse variando il numero di denti, il profilo di taglio, il percorso del caffè e l’angolo di tangenza. A disegni differenti corrispondono velocità di attraversamento del caffè differenti, diversi tipi di taglio e morfologia del chicco macinato, oltre a differenti temperature di macinatura. Inoltre, in fase di progettazione vengono calcolate anche le forze nei vari punti della macina in modo da determinare un’usura uniforme.
Alla variazione anche di uno solo dei parametri in gioco corrisponde, evidentemente, una diversa tipologia di macine. Perciò per garantire la qualità, la sicurezza, l’efficienza e la durata nel tempo del macinino è davvero importante utilizzare prodotti e ricambi ufficiali.

Nanotech, Titanium e Red Speed: le macine Victoria Arduino per le diverse esigenze dei coffee shop

In relazione alle diverse esigenze dei coffee shop Victoria Arduino propone vari tipi di macine che permettono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Dalle macine con trattamento Nanotech a quelle con particolari rivestimenti in Titanio o Red speed che consentono di aumentare la durata delle stesse. In questo articolo scopriamo insieme le varie tipologie di macine che offre Victoria Arduino

Si riconosce facilmente per la sua caratteristica iridescenza. La macina Nanotech ha uno specifico trattamento superficiale tramite nanotecnologie che favorisce una proprietà antistricking e antibatterica, favorendo, inoltre, la riduzione di eventuali depositi di caffè. Il trattamento nanometrico permette di riempire le porosità del materiale utilizzato rendendo la superficie più liscia, riducendo l’attrito e quindi il surriscaldamento delle macine. Il risultato è una migliore qualità del caffè, una maggiore pulizia e di conseguenza meno sprechi. Consigliata quando si desidera semplicità di pulizia e trattamento antibatterico

Altre macine, sempre realizzate in acciaio inox, vengono invece rivestite di materiali particolari che consentono una maggiore durata nel tempo. È il caso dei rivestimenti in Titanio e Red Speed che a differenti livelli garantiscono un minor attrito (e quindi un minor surriscaldamento delle macine) e una maggiore durezza e resistenza. Il risultato è una macinatura sempre consistente e macine longlife. Consigliata per chi vuole una macina che duri nel tempo

IL LATTE E LE INTOLLERANZE. COME EVITARE LA CONTAMINAZIONE DELLE BEVANDE IN CASO DI USO DI DIVERSI TIPI DI LATTE.

Dalla ricerca Simonelli Group, i suggerimenti per garantire a chi per scelta o in caso di allergia o intolleranze al latte di gustare un cappuccino eccellente in totale sicurezza.

Sempre più coffee shop offrono un’ampia scelta di tipi di latte o bevande alternative (soia, mandorla, avena, ecc) per non far rinunciare al piacere del cappuccino a chi è allergico o intollerante oppure a chi per scelta di vita, come ad esempio nel caso dei vegetariani o dei vegani, non assume prodotti di origine animale. Ma come evitare la contaminazione delle bevande quando si utilizzano diversi tipi di latte in un coffee shop?

L’International Hub for Coffee Research and Innovation – hub di ricerca nato dalla collaborazione tra Simonelli Group e l’Università di Camerino – ha svolto uno studio riguardante la contaminazione che può avvenire fra i vari tipi di latte nella preparazione dei cappuccini.

La fase di sperimentazione: l’analisi della presenza di residui proteici del latte vaccino in un cappuccino di bevanda di soia, preparato con la stessa lancia vapore.

L’esperimento è stato realizzato utilizzando latte vaccino e bevanda a base di soia nella preparazione di alcuni cappuccini. In particolare si è cercato di analizzare l’eventuale presenza di residui proteici del latte vaccino in un cappuccino di bevanda di soia, preparato con la stessa lancia vapore e successivamente a quelli realizzati con latte vaccino.

Utilizzando una macchina per caffè espresso, i ricercatori hanno effettuato una serie di test cercando di replicare le condizioni più frequenti che possono verificarsi in un coffee shop.

È stato utilizzato un procedimento chiamato Western Blot, metodica biochimica utile a individuare una proteina in un dato campione. Nello specifico, come riferimento per la contaminazione è stata presa in esame la lattoglobulina, una proteina di siero di latte presente nel latte vaccino e assente nella bevanda a base di soia.

Dopo vari test, utilizzando un panno pulito o carta usa e getta e un bricco separato si è notato che la lancia può presentare una piccola contaminazione in relazione alla modalità di pulizia della lancia stessa da parte del barista e al tempo di purge della lancia.

I risultati della ricerca: la pulizia accurata è la soluzione per evitare anche la minima contaminazione

Dalla ricerca è emerso che la contaminazione può avvenire molto facilmente. È necessario, pertanto, procedere sempre con una pulizia molto accurata quando si prepara un cappuccino con un altro tipo di latte. Il metodo di pulizia ritenuto più efficace, e quindi in grado di eliminare qualsiasi rischio di contaminazione, consiste nel pulire la lancia vapore con acqua bollente e asciugare poi ogni volta con la carta pulita. Ovviamente vanno usati bricchi diversi e dedicati ai vari tipi di latte e tenuti separati.

In sintesi, il semplice passaggio di un panno umido pulito, sulla lancia non assicura l’eliminazione completa della contaminazione, anche se la riduce notevolmente, rendendola compatibile nel caso di semplice intolleranza da parte del cliente. Nel caso invece di allergia del cliente, il suggerimento è quello di dedicare una lancia per ogni tipo di latte, oppure di lavare bene la lancia vapore con acqua bollente e utilizzare poi un panno pulito o della carta per asciugarla prima del suo utilizzo, questo insieme a bricchi separati e dedicati ad ogni tipo di latte e di bevanda.

LO SVILUPPO DEI COFFEE BLEND: PERCHÉ STANNO CRESCENDO DI POPOLARITÀ?

Fino a poco tempo fa, il caffè monorigine o da micro-lotto veniva preferito alle miscele di caffè. Ora i blend stanno tornando di moda – e questa è una buona notizia sia per i consumatori che per i coffee shop.

Perché la miscela è nuovamente una tendenza?

I torrefattori del settore specialty hanno sempre creato miscele: pionieri come Stumptown e Blue Bottle hanno realizzato miscele originali sin dal loro inizio, mentre anche i torrefattori più piccoli come Square Mile e Heart, hanno sempre una miscela stagionale a disposizione per il cliente.
La visione dei torrefattori e coffee shop riguardo le miscele di caffè sta cambiando, e viene confermato il fatto che la qualità non è inferiore rispetto alle singole origini, ma al contrario, offrono numerosi vantaggi e benefici.
Queste miscele dovrebbero essere di qualità superiore dei singoli caffè utilizzati per preparale. Utilizzando un caffè singolo di bassa qualità per creare una miscela, alzerebbe di poco la qualità del blend creato. Invece, utilizzando un caffè singolo di buona qualità, si ottiene un ottimo caffè equilibrato e armonico.
Grazie alle miscele, si riesce ad ottenere un caffè davvero bilanciato. Con il mix di diversi tipi di origini, si può riuscire ad incorporare diverse caratteristiche, ad esempio, l’alta acidità di un Kenya, oppure la dolcezza floreale di un Etiopia insieme al corpo più denso di un Colombiano abbinato alla dolcezza di un caffè Messicano. In questo modo, le singole origini si bilanciano e si ottimizzano a vicenda.
La qualità del caffè specialty e miscele aumenta di giorno in giorno, ed è grazie alla maggiore domanda dei consumatori e delle tecnologie innovative che spingono a tutta l’industria del caffè ad evolversi.
Ma questo non è l’unico beneficio.

I vantaggi delle miscele

1. Accessibilità e stabilità finanziaria

Le miscele sono generalmente più accessibili delle singole origini. Le singole origini e micro-lotti rappresentano una qualità eccezionale, ma ulteriori sfide logistiche, ad esempio mantenere separati i chicchi, tenere traccia dell’origine, e qualche sperimentazione durante la produzione, fanno incrementare il prezzo.

2. Disponibilità costante

Singole origini sono disponibili solo pochi mesi l’anno, mentre un blend è continuamente disponibile. Anche se alcune origini di caffè possono variare, la maggior parte dei torrefattori riescono gradualmente a sostituirle con delle origini similari in modo tale da non compromettere la costanza. Altri torrefattori ottimizzano la consistenza delle miscele durante tutto l’anno, includendo origini con due stagioni di raccolta.

3. Incremento di fidelizzazione dei clienti

Molti coffee shop offrono una vasta gamma di monorigine, caffè lavati e processati, dal Colombiano a quello dell’Etiopia, molto meno sono i caffè che offrono un house blend dove il coffee lover può avventurarsi, tornando ogni qual volta vuole assaggiare quel blend disponibile solo da te. I Blend riescono a trasformare il piacere di un particolare gusto, in un legame di fiducia con il cliente, e magari, facendolo tornare ogni giorno per gustarsi proprio quella unica miscela di caffè.

Suggerimenti per la commercializzazione e marketing delle miscele di caffè specialty

  1. Acquista da un torrefattore professionale che è in grado di abbinare il livello di solubilità di ciascuna origine in modo da estrarre i diversi caffè alla stessa velocità.
  2. Promuovi i tuoi blend specialty per espresso e bevande a base di latte. Le singole origini hanno spesso uno corpo più leggero e sono più acide delle miscele, per questo non sono la prima scelta per ottenere una crema densa di latte (o latte alternativo).
  3. Dai un nome alle tue miscele così da rinvigorire i clienti abituali.
  4. Le miscele stagionali possono soddisfare le esigenze di un caffè dal gusto tradizionale.
  5. Trasparenza su ogni origine di cui si compone la miscela è fondamentale per attirare la nuova generazione di clienti che apprezzano molto di più il tema sostenibilità.

A LONDRA LA NUOVA FILIALE VICTORIA ARDUINO.

A partire dal mese di maggio Londra, la città che segna e anticipa i trend dello specialty coffee, ospita la filiale inglese di Victoria Arduino. Paese trendsetter e punto di riferimento per il business del caffè, questi i motivi che hanno portato l’azienda proprietaria del marchio, a scegliere Londra come nuovo presidio diretto attraverso l’acquisizione dello storico partner VA Machinery, che in questi anni ha contribuito molto alla crescita del brand e alla diffusione delle sue macchine da caffè.

Victoria Arduino sarà così ancora più vicina a uno dei mercati più importanti del caffè specialty. Uno spazio che diventa punto di riferimento del brand in tutta l’Inghilterra, un luogo pronto ad ascoltare, a vivere, a guidare e a farsi ispirare dai trend, dalle novità che una città poliedrica e all’avanguardia come Londra può offrire.

L’esperienza Victoria Arduino è a vostra disposizione in tutti i coffeeshop in cui trovare le nostre macchine pronte a preparare per voi bevande perfette e a 36 Tanner St, Bermondsey, London SE1 3LD.