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Heritage

Un viaggio attraverso il tempo, l'innovazione e il design senza tempo

1905
1920
1930
1940
1950
1960
1970
2000
2010
Oggi

1905

Gli inizi: una visione pionieristica

A quel tempo, Pier Teresio Arduino, un visionario di Torino, si mise in testa di sfidare le convenzioni della sua epoca. In un periodo di trasformazione sociale e industriale, immaginò una macchina per il caffè che andasse oltre la semplice funzionalità, una che simboleggiasse progresso, eleganza e velocità. Così nacque Victoria Arduino, un nome che evoca il trionfo e la brillantezza dell’ingegno umano.

Perché Pier Teresio Arduino chiamò la sua macchina La Victoria? Ci pensava come alla sua vittoria, anzi come a una “vittoria italiana”, con l’enfasi su italiana. Questo era il frutto di tutti i suoi sforzi. Tra i primi a utilizzare manifesti illustrati, Victoria Arduino trasformò la pubblicità in arte, esprimendo eleganza, innovazione e lo spirito moderno della cultura dell’espresso.

La prima creazione di Arduino non era solo una macchina; era un capolavoro. Ridefinì l’esperienza del caffè, trasformando il semplice atto di prepararlo in una forma d’arte. Nel giro di pochi anni, Victoria Arduino divenne sinonimo di innovazione, plasmando la cultura dell’espresso che conosciamo oggi.

Pier Teresio Arduino nel suo laboratorio torinese
Inizio '900 - Un manifesto pubblicitario iconico

Tra i primi a utilizzare manifesti illustrati, Victoria Arduino trasformò la pubblicità in arte, esprimendo eleganza, innovazione e lo spirito moderno della cultura dell’espresso.

Il manifesto pubblicitario di Leonetto Cappiello

Anni '20

Dove l'arte incontra la scienza

Il 1922 segnò un momento iconico. Pier Teresio Arduino collaborò con Leonetto Cappiello, uno dei più rinomati artisti di poster dell’epoca, per creare una pubblicità che sarebbe diventata leggendaria. Il poster mostrava Victoria Arduino accanto a un treno espresso, una metafora perfetta per la velocità e l’eleganza della macchina. Questa non era solo pubblicità; era la proclamazione di un nuovo stile di vita.

Nel frattempo, la reputazione di Victoria Arduino saliva alle stelle a livello internazionale. Le sue macchine erano celebrate non solo per la loro innovazione tecnologica, ma anche per portare la cultura del caffè italiano nel mondo.

1927 la macchina con pompa
1920 il tipo familiare

Macchine per Espresso come Opere d’Arte Senza Tempo. Le macchine da caffè Victoria Arduino sono state progettate non solo per preparare il caffè, ma per ispirare.

1922 La Macchina “Murale”

1930

Espansione globale

Negli anni ’30, Victoria Arduino era diventata una vera ambasciatrice dell’eccellenza italiana. Le sue macchine adornavano i caffè di lusso da Venezia a Parigi, New York, Buenos Aires, Vienna e Bruxelles, simboleggiando sofisticatezza e prestazioni. Più che semplici attrezzature per il caffè, incarnavano uno stile di vita cosmopolita. Attraverso fiere internazionali, partnership glamour e persino auto espresso itineranti, Victoria Arduino trasformava ogni tazza di espresso in una dichiarazione globale di modernità.

Il bar Molinari a Modena. Al centro del bar si possono vedere le prime macchine per espresso di Arduino e il nuovo modello tipo Extra
Sigillo pubblicitario per lettere stampato da Victoria Arduino nel 1936

Anni '40

Design & Funzionalità: una sinergia perfetta

Negli anni ’40, Victoria Arduino è entrata in una nuova era di eccellenza del design. Collaborando con il rinomato architetto e designer Luigi Caccia Dominioni, l’azienda ha creato macchine che fondevano un’estetica raffinata con funzionalità all’avanguardia. Modelli come la serie “WAT” hanno stabilito nuovi standard per il design delle macchine da caffè, rendendo Victoria Arduino non solo un marchio di caffè ma un simbolo di innovazione nel design industriale.

1946 L'architetto e designer Luigi Caccia Dominioni al lavoro sull'iconica WAT
1946 - Serie WAT: Victoria Arduino collabora con Luigi Caccia Dominioni

1950

L'era dell'automazione

Gli anni ’50 hanno portato un’ondata di innovazione in Victoria Arduino. Con la Marziana, il marchio ha lanciato la sua prima macchina a erogazione continua dotata di uno scambiatore di calore brevettato, segnando l’alba dell’automazione nella preparazione dell’espresso. Modelli come Automatica, Olimpia e Victorino combinavano un design semplificato con funzioni all’avanguardia, catturando lo spirito di un’Italia in pieno boom, ottimista e pronta a ridefinire la moderna cultura del caffè.

1951 Illustrazione del bar mobile di Victoria Arduino
Bar mobile
1953 la macchina automatica

Victoria Arduino ha portato l’espresso all’aperto, con bar mobili e configurazioni eleganti che hanno trasformato il caffè in un’esperienza sociale all’aria aperta.

1960

Design e innovazione

Negli anni ’60, Victoria Arduino è entrata in un’età dell’oro della sperimentazione nel design. Lanciando nuovi modelli audaci come il Record, adottando un logo Aquila modernizzato e reintroducendo le amate macchine verticali Venus, il marchio ha fuso stile, prestazioni e impatto culturale. Il design italiano è diventato non solo una scelta tecnica, ma una dichiarazione di identità - un modo per unire bellezza, funzione e rituali quotidiani in perfetto equilibrio.

1968 Serie Venus

1970

Esportare il mito

Durante gli anni ’70, Victoria Arduino ha espanso la sua portata attraverso i continenti, dall’Europa agli Stati Uniti, affermandosi ulteriormente come icona globale del caffè. Innovazioni come la pompa a vibrazione importata dalla Francia hanno migliorato la consistenza, mentre partnership strategiche hanno incrementato la presenza del marchio all’estero. Nei caffè da Parigi a New York, le macchine Victoria Arduino sono diventate simboli di gusto premium, tradizione e arte dell’espresso italiano.

Anni '70 - Famiglia Venus

Con un’esclusiva pompa a vibrazione francese, la famiglia Venus ridisegnata ha segnato un nuovo capitolo per Victoria Arduino, mentre il marchio otteneva un rinnovato successo in Francia e negli Stati Uniti, specialmente tra i caffè italo-americani a New York

Anni 2000

Un nuovo capitolo

Nel 2001, Victoria Arduino è entrata a far parte della famiglia Simonelli, inaugurando una nuova era di crescita e innovazione. Questa partnership ha rivitalizzato la missione del marchio: creare macchine che non sono solo strumenti ma oggetti del desiderio per professionisti e appassionati di caffè.

La sede del Gruppo Simonelli a Belforte del Chienti (MC)

Anni 2010

La rinascita del caffè

Il 2013 ha segnato un’altra pietra miliare con l’introduzione del macinacaffè Mythos One. Dotato della tecnologia Clima Pro, ha ridefinito la precisione e la consistenza nella macinatura del caffè, soddisfacendo le esigenze dei baristi più esperti al mondo. Nel 2014, Victoria Arduino ha presentato la VA388 Black Eagle, una macchina che celebra la fusione tra artigianalità e tecnologia all’avanguardia, diventando rapidamente una pietra miliare della cultura del caffè specialty.

2013 Debutta il macinacaffè Mythos, rivoluzionando il concetto di macinatura del caffè

Negli anni 2010, Victoria Arduino si è fortemente concentrata sulla qualità dell’espresso e della macinatura, creando due prodotti iconici - Mythos e VA388 Black Eagle - progettati insieme a specialisti del caffè, per professionisti del caffè alla ricerca di precisione, coerenza e prestazioni.

Oggi

Lusso in ogni dettaglio

Victoria Arduino continua a guidare la strada nell’eccellenza, nell’innovazione e nel design. Ogni macchina racconta una storia - la storia di un viaggio iniziato più di un secolo fa, guidato dalla passione per il caffè e da una ricerca incessante della perfezione.

Da Torino al mondo, Victoria Arduino è più di un marchio; è una leggenda. Vive attraverso ogni espresso servito, in ogni angolo del globo - un simbolo dell’unione perfetta tra passato e futuro, tradizione e innovazione, design e tecnologia.

Eagle One Copenhagen Special Edition in rafia, una fibra naturale e sostenibile
Eagle One Copenhagen Special Edition in rafia, una fibra naturale e sostenibile
Progetto speciale creato dal designer Giulio Cappellini

Nel vocabolario di Victoria Arduino, il design non è mai stato solo una questione di estetica - è un linguaggio primario dove tecnologia, design e cultura si uniscono per plasmare oggetti che vanno oltre la funzione.